La via del Nord by Giuseppe Berta

La via del Nord by Giuseppe Berta

autore:Giuseppe, Berta [Berta, Giuseppe]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Contemporanea
ISBN: 9788815322593
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2015-10-14T22:00:00+00:00


Fortini vive in quel periodo in centro, nel quartiere Garibaldi, e da lì, dal cuore della città storica, ne osserva le trasformazioni. Un altro uomo di lettere, socialista com’è allora Fortini, ma un po’ più giovane di lui, Ottiero Ottieri, uno di quegli intellettuali eterodossi disposti a misurarsi col problema dell’industria attraverso un’occupazione alla Olivetti, guarda invece a Milano dalla sua periferia industriale, progressivamente tesa a fagocitare ogni spazio, fino a confondersi in una conurbazione in cui i confini si sovrappongono e si intrecciano.

Anche Sesto San Giovanni, Stalingrado, cittadella rossa, è Italia. È Lombardia e le tracce dello spirito ottocentesco, manzoniano, continuano negli angoli di verde, nascosti nel piccolo ventre sconosciuto e pittoresco del paese, in una piazza col mercato, in stretti orizzonti ancora aperti verso la larva di campagna invece che verso la Falck. La Sesto vecchia è ancora un borgo lombardo con l’acciottolato di sassi, le guide di pietra liscia per le ruote, cortili, palazzi gialli e grigi. Vecchie vestite di nero e preti, chiese.

Guardando il nord a sinistra, le è cresciuta accanto una Sesto nuova, agglomerato informe dall’ottocento a oggi, prolungamento violento della città, disarmonico, nato intorno ad una ferrovia che ci si avventa in mezzo con fragore, intorno a una strada dal traffico compatto quasi che il flusso di Milano vi traboccasse accresciuto da una periferia che invece di diradarsi e naturalmente morire nella campagna, ingrossa di nuovo come un bubbone. Sesto nuova è senza quiete e senza misura, né piccola, né grande; né città né paese. Non ha anima né presente, né remota. Non sembra nemmeno attiva. Durante le ore di lavoro è spopolata. Non si vedono bene le fabbriche, la Breda, la Falck, che stanno mimetizzate nel disordine, fra case che assomigliano ad esse, e non si capisce dove cominciano, dove finiscono. Soltanto la Marelli è più compatta, alza le sue vecchie muraglie grigie, tappezzate di finestroni dai vetri sporchi, grigi, lungo la strada, come un castello sfatato. Chi passa, di Sesto non vede che qualche negozio, tram, case amorfe e sovrapassaggi, sottopassaggi, i quali uniscono i due tronconi tagliati dal treno.

[...] Questi luoghi non sono adatti che al lavoro [...].



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